COMPRESSIONE CON IL TG1 Limiter (PARTE 1): VOCE E BASSO

by Published on 20th January 2018 14:39
Approcciamo all'utilizzo del Chandler Limited TG1 Limiter su voce e basso elettrico. Il TG1 è uno dei più bei compressori mai stati fabbricati. Reissue del modulo di compressione montato sui canali della console EMI TG12345 degli Abbey Road Studios, questo compressore/limiter andava a sostituire il blasonatissimo Fairchild 660 e 670 (versione mono e stereo di questo famoso processore di dinamica valvolare). Lo potete ascoltare, tra gli altri, in "Abbey Road" - The Beatles e in "The Dark Side of The Moon" - Pink Floyd. E' utilizzato tuttora nelle produzioni più importanti da professionisti del calibro di Jack Joseph Puig, Michael Brauer (Coldplay), Butch Vig (Garbage, Nirvana), Andy Smith (Paul Simon), Joe Barresi (Hole,Weezer), Eddie Kramer (Hendrix, Zeppelin), Spike Stent (U2, Oasis), Ross Hogarth (Mellencamp, Jewel), Michael Wagener (Ozzy, Metallica) e altri.
Analogico. Digitale. C'era il periodo analogico. C'è stato il periodo digitale. C'è stata la fiducia mal riposta nel digitale e la paura dell'analogico, il digitale per forza e l'analogico come verità assoluta. Epoche confuse e travagliate che soltanto adesso stanno convogliando nell'idea - sempre più delineata - che la risposta a tutto, parafrasando l'omonimo film di Woody Allen, sia un più rassicurante: "Basta che funzioni".
Sicuramente ci sono dischi che funzionano, e lo fanno talmente bene che hanno superato qualsiasi prova del tempo, come "Abbey Road" dei Beatles e "The dark side of the moon" dei Pink Floyd. Roba da brividi. Ma cos'hanno in comune questi due dischi così diversi e monumentali allo stesso tempo? Si, talento alieno, d'accordo. E poi la console TG12345 negli studi Abbey Road di Londra. E su ogni singolo canale di questa console, un modulo limiter TG12413. Un po' la versione a stato solido (circuito discreto a transistor) del suo parente prossimo valvolare, il Fairchild 660 (a un canale) e 670 (a due canali). Infatti il ruolo del TG doveva essere proprio quello di sostituire questo ingombrante e costosissimo pezzo di artiglieria (in giro per il mondo potreste ancora trovarne uno rotto alla modica cifra di circa 20mila dollaroni! O a 30mila recappato, perchè no?).

Cosa ha reso un modulo di compressione così desiderabile al punto da spingere il brand Chandler Limited a ricreare fedelmente, dopo anni di ricerca, il - adesso chiamato -TG1 Limiter?
Risposta breve: la sua pasta sonora inconfondibile. Una fitta rete di diodi (fabbricati da una casa tenuta gelosamente segreta dalla Chandler stessa) unica nel suo genere, responsabile di quella distorsione quasi "valvolare", ma che valvolare non è. Ecco. Questo è il più "valvolare" dei compressori a stato solido. Ha un colore molto deciso e non farà mai a meno di caratterizzare profondamente la timbrica della sorgente che deciderete di passarci dentro.

Qualche dato tecnico è di rigore, anche perché ci sono caratteristiche decisamente inusuali.
Abbiamo due modalità che cambiano il valore dei parametri e anche le caratteristiche soniche:
E' bene dire subito che la nomenclatura storica è frutto del suo retaggio, perché a un primo sguardo può portare fuori strada. Il primo potenziometro viene indicato come "HOLD", ma non si traduce in inglese come previsto. E' infatti la troncatura di "TRESHOLD", ovvero "soglia". Non c'era abbastanza posto sulla console per scrivere per intero la parola.
A complicare le cose, nella versione moderna, quel pot rosso non va a muovere realmente la soglia, ma funziona proprio come un classico 1176: abbiamo una soglia fissa che andremo a superare immettendo più o meno segnale con il knob dell'INPUT. Ed è proprio così che funziona anche il TG1. Insomma, HOLD prima e INPUT adesso.
E poi RECOVERY. Ma questa è più facile: è il rilascio (o release, per gli anglofoni) a 6 configurazioni fisse (leggi sopra).
Rapidamente, vorrei aggiungere che questa ferraglia color grigio RAF (le forze aeree del Regno Unito) ha una feature in più: può funzionare semplicemente da saturatore, con un piccolo switch chiamato "THD" che bypassa lo stadio di compressione lasciando passare però il segnale per quella famosa fitta rete di diodi di cui abbiamo già parlato. E il risultato è puro appagamento istantaneo.
In questo caso i VU meter a forma di fagiolo (o rene?) cambiano il loro modo di monitorare. Nel normale funzionamento, questi fagiolini mostrano invece sempre la GR, cioè la Gain Reduction.

Per questa prima puntata, lasciamo da parte altre parole e passiamo ai fatti. Buttiamo dentro a questi transistor una traccia di basso elettrico reampato e una di voce. I files (48 KHz - 24 Bit) sono disponibili a tutti gli utenti iscritti che ne facciano richiesta.
Ok, pronti? Allacciate le cinture di sicurezza e lasciate un biglietto in famiglia.
Questo è un viaggio senza ritorno. 
La seconda puntata è disponibile qui:
SECONDA PUNTATA: DRUMS E PIANO
La terza puntata è disponibile qui:
TERZA PUNTATA: IL THD
Per discutere di questo articolo:
FORUM CHANDLER TG1: Tutorial, ascolto e compartive software
lordadb è Mauro Lamanna, musicista, compositore, produttore, tecnico del suono e artista, co-founder di ItaliaRec, owner del Lipstick Studio di Roma e founder del servizio arrangiamenti low cost online Fast Arranger 48H.
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Analogico. Digitale. C'era il periodo analogico. C'è stato il periodo digitale. C'è stata la fiducia mal riposta nel digitale e la paura dell'analogico, il digitale per forza e l'analogico come verità assoluta. Epoche confuse e travagliate che soltanto adesso stanno convogliando nell'idea - sempre più delineata - che la risposta a tutto, parafrasando l'omonimo film di Woody Allen, sia un più rassicurante: "Basta che funzioni".
Sicuramente ci sono dischi che funzionano, e lo fanno talmente bene che hanno superato qualsiasi prova del tempo, come "Abbey Road" dei Beatles e "The dark side of the moon" dei Pink Floyd. Roba da brividi. Ma cos'hanno in comune questi due dischi così diversi e monumentali allo stesso tempo? Si, talento alieno, d'accordo. E poi la console TG12345 negli studi Abbey Road di Londra. E su ogni singolo canale di questa console, un modulo limiter TG12413. Un po' la versione a stato solido (circuito discreto a transistor) del suo parente prossimo valvolare, il Fairchild 660 (a un canale) e 670 (a due canali). Infatti il ruolo del TG doveva essere proprio quello di sostituire questo ingombrante e costosissimo pezzo di artiglieria (in giro per il mondo potreste ancora trovarne uno rotto alla modica cifra di circa 20mila dollaroni! O a 30mila recappato, perchè no?).

Cosa ha reso un modulo di compressione così desiderabile al punto da spingere il brand Chandler Limited a ricreare fedelmente, dopo anni di ricerca, il - adesso chiamato -TG1 Limiter?
Risposta breve: la sua pasta sonora inconfondibile. Una fitta rete di diodi (fabbricati da una casa tenuta gelosamente segreta dalla Chandler stessa) unica nel suo genere, responsabile di quella distorsione quasi "valvolare", ma che valvolare non è. Ecco. Questo è il più "valvolare" dei compressori a stato solido. Ha un colore molto deciso e non farà mai a meno di caratterizzare profondamente la timbrica della sorgente che deciderete di passarci dentro.

Qualche dato tecnico è di rigore, anche perché ci sono caratteristiche decisamente inusuali.
Abbiamo due modalità che cambiano il valore dei parametri e anche le caratteristiche soniche:
- LIMIT
- Attacco fisso a 8 ms e rapporto di compressione oltre i 20 dB (!)
- RECOVERY: 0.05, 0.1, 0.25, 0.5, 1 e 2 secondi
- COMP
- Attacco fisso a 47 ms e rapporto di compressione 2:1
- RECOVERY: 0.25, 0.5, 1.20, 2.5, 5 e 10 secondi (Uau!)
E' bene dire subito che la nomenclatura storica è frutto del suo retaggio, perché a un primo sguardo può portare fuori strada. Il primo potenziometro viene indicato come "HOLD", ma non si traduce in inglese come previsto. E' infatti la troncatura di "TRESHOLD", ovvero "soglia". Non c'era abbastanza posto sulla console per scrivere per intero la parola.

E poi RECOVERY. Ma questa è più facile: è il rilascio (o release, per gli anglofoni) a 6 configurazioni fisse (leggi sopra).
Rapidamente, vorrei aggiungere che questa ferraglia color grigio RAF (le forze aeree del Regno Unito) ha una feature in più: può funzionare semplicemente da saturatore, con un piccolo switch chiamato "THD" che bypassa lo stadio di compressione lasciando passare però il segnale per quella famosa fitta rete di diodi di cui abbiamo già parlato. E il risultato è puro appagamento istantaneo.


Per questa prima puntata, lasciamo da parte altre parole e passiamo ai fatti. Buttiamo dentro a questi transistor una traccia di basso elettrico reampato e una di voce. I files (48 KHz - 24 Bit) sono disponibili a tutti gli utenti iscritti che ne facciano richiesta.
Ok, pronti? Allacciate le cinture di sicurezza e lasciate un biglietto in famiglia.


La seconda puntata è disponibile qui:
SECONDA PUNTATA: DRUMS E PIANO
La terza puntata è disponibile qui:
TERZA PUNTATA: IL THD
Per discutere di questo articolo:
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